Title: Ivrea, Archivio Vescovile, VIII-1-AM 000/308/1, ff. 32r-37v
Document number: 1830
Author(s): Caterina Ciccopiedi (file creation on 2021-10-08); Caterina Ciccopiedi (last change on 2021-10-08)
Record source: Critical edition
Document type: Imperial/royal diploma
Document tradition: Uncertain tradition
Fiscal property: Uncertain
Date: 1000 July 09
Topical date: Pavia
Date/period of redaction: XIV in
Keywords: archbishops, bishops, camera regis, chancellor, cities, curtes, districtio, emperor/king, fidelis of, imperial/royal diploma, intercessory, penalty, privileges.
Editions and document summaries: MGH DD O III, n. 376, pp. 803-804.
Bibliography: Buffo 2012.
Links: https://www.dmgh.de/mgh_dd_o_ii__dd_o_iii/index.htm#page/803/mode/1up.
Commentary
Si è da sempre sostenuto che l’episcopio eporediese tra XI e XIII secolo ricevette quattro diplomi: quello di Ottone III qui analizzato e tre di Federico II, datati 1219. Nessuno dei quattro ci è giunto in forma originale. Le copie più antiche sono presenti in cartolari della curia vescovile, risalenti ai primissimi anni del secolo XIV, in particolare in un fascicolo contenente tra l’altro una trascrizione, in copia non autentica, di tutti e quattro. Il diploma ottoniano compare un’unica volta proprio all’interno di questo fascicolo in cui un ignoto notaio della curia vescovile (sotto il vescovo Alberto Gonzaga, 1289-1320) copiò un numero limitato di documenti relativi alla chiesa eporediese (per lo più diplomi imperiali e convenzioni con il comune di Ivrea), delineando una serie cronologica da cui risultasse lo sviluppo storico dei privilegi detenuti da quella chiesa. Solo la valutazione del milieu attraverso il quale il testo del falso diploma ottoniano si è conservato consentiranno di comprendere appieno il significato politico della falsificazione: gli atti selezionati sono tutti relativi alla titolarità di matrice pubblica nel territorio della città e del suo districtus, da parte dell'episcopio eporediese. Paolo Buffo ha oggi dimostrato che il testo del diploma del 1000 sia da ritenersi del tutto inattendibile anche dal punto di vista sostanziale oltre che formale. Il testo del diploma è una copia, molto aderente, del dettato di un documento posteriore di oltre due secoli: uno dei tre diplomi rilasciati da Federico II nel 1219 (Le carte dell’Ivrea, Archivio Vescovile cit., p. 120 sg., doc. 85). La redazione del cartulario era legata all’esigenza, da parte dell’episcopio, di consolidare il proprio controllo su alcuni diritti di ascendenza pubblica e in particolare sulla gestione dei communia