Title: Lucca, Archivio di Stato, Diplomatico, Altopascio, 1096 maggio
Document number: 2400
Author(s): Alessandro Giacomelli (file creation on 2022-01-14); Alessandro Giacomelli (last change on 2022-01-14)
Record source: Original document
Document type: Venditio
Document tradition: Copy
Fiscal property: Yes
Provenance: Sanctus Stephanus; xenodochium (Rosaia; Fucecchio; Firenze)
Date: 1096 May
Topical date: Montecascioli
(Scandicci, Firenze)
Dating elements: Stile dell'incarnazione
Date/period of redaction: XI ex
Keywords: abbots, castle, comitatus, count, curtes, fiscal property, forests, monasteries, notary, priors, residential, seigneurial district, witness, writer.
Editions and document summaries: Degli Azzi Vitelleschi, 2, n. 97, pp. 32-33.
Bibliography: Pescaglini Monti 2012.
Links: https://www.archiviodigitale.icar.beniculturali.it/it/185/ricerca/detail/536776
Commentary
Nel maggio 1096 il conte Ughiccione Cadolingi vendette la silva di Cardialla a un certo Ildebrando, figlio di Ugo e nipote di Druda. Il padre di costui, Ugo, avrebbe ottenuto negli anni successivi la carica di vicecomes del nascente distretto signorile cadolingio di Fucecchio. Proprio la strutturazione di questo distretto è qui visibile in controluce: la silva si trovava, significativamente, in curte de Ficiclo. Si assiste, cioè, a quello slittamento semantico del termine curtis che, in Toscana, caratterizzò la fase aurorale della signoria. Più che a una vendita, assistiamo probabilmente a un prestito dietro pegno: i conti Cadolingi si impegnavano, infatti, a restituire il pretium corrisposto da Ildebrando (duecento lire in argento non monetato e beni mobili). La presenza di questa pergamena nell'archivio dell'ospedale di Altopascio - che raccolse le carte dell'ospedale cadolingio di Santo Stefano di Rosaia - porterebbe a credere che il prestito sia stato estinto. Nel 1103, tuttavia, Ildebrando donò un terzo dei suoi beni siti proprio a Cardialla a una certa Bonadonna del fu Alluccio (v. ASDL, AAL, D, * G 48): si trattava della stessa silva qui citata, oppure di nuovi beni giunti nelle mani del vicecomes? Segnalo, a margine, il ruolo non chiaro giocato dai conti Alberti in questa vicenda. I due fratelli Ildebrando e Alberto, che aprono la lista dei testimoni, con ogni evidenza fecero anche da "garanti": fu il conte Alberto a ricevere la cartula, impegnandosi a darla a Ildebrando figlio di Ugo (o, al contrario, a restituirla ai Cadolingi) una volta scaduto il termine previsto. Sarebbe proficuo interrogarsi sui legami tra Cadolingi e Alberti prima del 1113 e, d'altra parte, sulla capacità che Ildebrando e il padre Ugo ebbero di muoversi in più reti clientelari. A margine, segnalo che le origini dei cosiddetti "Visconti di Fucecchio" (che possiamo chiamare così dopo la precoce patrimonializzazione della carica, avvenuta a inizio XII) sono ancora ammantate dall'oscurità. Il fatto che di Ugo venga ricordata la madre, Druda, e non il padre, spingerebbe a credere che egli potesse essere figlio di un ecclesiastico - secondo una pratica comune nelle fonti lucchesi lungo tutto l'XI secolo.