Title: Milano, Archivio di Stato, Museo Diplomatico, Pergamene-S.Benedetto, 225/87
Document number: 5006
Author(s): Beatrice Ferretti (file creation on 2021-08-23); Beatrice Ferretti (last change on 2021-08-23)
Record source: Critical edition
Document type: Venditio
Document tradition: Copy
Fiscal property: No
Provenance: Sanctus Benedictus inter Padum et Lironem; monasterium (San Benedetto Po; Mantova)
Date: 963 February 8
Topical date: Rolo (Reggio Emilia)
Keywords: animals, cereals, cities, comitatus, count, emperor/king, fisheries, forests, hay/fodder, houses, islands, judge, kin of, legumes, lombard, marshes/lagoons/tombolos, missus, notary, price, priests, rights of use on woods/pastures/waters, rivers, salian, villas, wine, witness.
Editions and document summaries: CDP I n. 6, pp. 70-73.
Bibliography: Bertolini 1960; Fumagalli 1971; Rinaldi 2003.
Commentary
Il documento fa parte di un corpus di una dozzina di pergamene, riguardanti le acquisizioni basso padane di Adalberto Atto e conservate originariamente dal monastero di Polirone, sorto per iniziativa del figlio di Adalberto Atto, Tedaldo. In un momento di riordinamento archivistico da collocarsi tra la fine dell’XI secolo e il XII, il cenobio creò questo dossier, che cronologicamente testimonia di atti precedenti alla sua fondazione, perché i beni lì attestati costituivano la sede e il primo nucleo fondiario dell’ente stesso. La pergamena, in seguito alla soppressione napoleonica del monastero di Polirone, è conservata presso l’Milano, Archivio di Stato . Si tratta di una copia realizzata nel XII secolo, autenticata dal notaio Teuzo, prodotta verosimilmente presso il monastero di Polirone (Rinaldi 2003). La presenza di questa compravendita tra privati nell’archivio dell’Eigenkloster canossano (Adalberto Atto è ricordato solo perché dà licentia alla transazione) implica un passaggio patrimoniale dei beni in questione, di cui non si è conservata traccia documentaria.
Nell’alto Medioevo, il sito in cui tuttora sorge il monastero di Polirone era una zona paludosa, composta da “isole” di terra e corsi d’acqua, oggi per lo più bonificati: il Po, tra Brescello e Ostiglia, passava più a sud del fiume attuale, mentre quello che oggi è il Po era il letto di un fiume minore, il Lirone, oggi scomparso. All’altezza di Governolo il Lirone riceveva l’acqua del Mincio, per poi confluire nel Po presso Sustinente. Una rete di corsi d’acqua minori, ma comunque navigabili, collegava Po e Lirone, creando le pseudoisole Mauritola – altrove chiamata anche Arcamoricula, o Arcamoretule, – San Benedetto e Gurgo Pedagnolo, menzionate nel documenti del X secolo (vd. Calzolari 1998, dove a p. 4 si trova una proposta di ricostruzione cartografica dell’idrografia della zona).
Alberico, figlio di Raginerio/Rainerio, conte di Piacenza, è lo stesso che presenzia al placito del 962 luglio 5 (CDP I n. 3, pp. 58-62 = doc5003); su di lui si veda: Fumagalli 1973, pp. 155-161. Apprendiamo da questa carta che sua moglie Millerada era parente di due vassalli di Adalberto Atto, Gusbertus ed Elinus, ricordati nell’elenco di 19 fideles canossani del già menzionato placito del 962: Fumagalli ne individua la provenienza da Mandrio e Mandriolo, a nord di Coreggio (Fumagalli 1971, pp. 62-63). È qui ricordato anche un terzo parente, Vuinieldus, di cui invece non sono noti altri dati. Il missus del venditore, il giudice Assprandus, è presente anche al placito del 963 luglio 20 (CDP I n. 7, pp. 73-76 = doc5007). Mentre l’omonimo testimone, proveniente da Geminianello è un vassallo di Adalberto Atto (cfr. CDP I n. 3, pp. 58-62) e compare anche in: CDP I n. 4, pp. 63- 66 (= doc5004); CDP I n. 5, pp. 67-70 (= doc5005); CDP I n. 7, pp. 73-76 (in quest’ultimo in qualità di messo imperiale che presiede il placito). Il luogo di provenienza dell’acquirente, Carbole, potrebbe forse essere, secondo l’editrice, una corruzione, o un lapsus calami, della stessa Ariole in cui è rogata la compravendita (l’odierna Rolo, RE).