Title: Lucca, Archivio Storico Diocesano, Archivio Arcivescovile, Diplomatico, + K 37
Document number: 3318
Author(s): Mattia Viti (file creation on 2022-02-08); Mattia Viti (last change on 2022-02-08)
Record source: Original document
Document type: Libellus/precaria/emphyteusis
Document tradition: Original
Fiscal property: Uncertain
Date: 892 August 18
Topical date: Lucca
Dating elements: Anno d'impero di Guido
Keywords: baptismal churches, bishops, domus, libellus/precaria/emphyteusis, mother churches, notary, scabini, witness.
Editions and document summaries: MDL, 5/2, n. 980, pp. 605-606; ChLA, 86, n. 23, pp. 82-85
Bibliography: Tomei 2019a, pp. 140-141
Links: Per il Breve de feora, l'inventario dei beneficia concessi da Gherardo I, vd. ChLA, 117, n. 17, pp. 94-107. Per il placito fiorentino del marzo 897, si veda la scheda al seguente link: https://fiscus.unibo.it/en/documents/doc505.html
Commentary
Sottoscrizioni autografe: Cunimundo (livellario), Lamberto, Teudaldus, Rumualdus, Stefanus, Fraolmi, Ghiselfridi notarius et schabinus, Ghisolfo, Petrus notarius (scrittore). Sul verso della pergamena si leggono varie note tergali: in basso a destra, di mano del secolo X (leggibile con l'ausilio della lampada di Wood): L(ibellum) <spazio bianco di ca. cm. 2,5, nel quale una mano del secolo XII aggiunge Cunimundi> in Flab <spazio bianco di ca. cm. 1>alli <spazio bianco di ca. cm. 5> que d(icitu)r Ar/cari; al centro (sempre leggibile con lampada di Wood) un'altra nota del secolo X: Libello da Chuni <spazio bianco di ca. cm. 3, nel quale s'individua la dilavatura delle lettere mundo>mundo; in basso in centro, infine, di mano del secolo XIII: L(ibellum). S(olidi) VIII a Cun <spazio bianco di ca. cm. 1,5>imu(n)do. D(e) t(er)ris (et) casis / in Ilice.
Questo è il primo documento che lega il gruppo parentale dei Cunimundinghi a beni posti nel territorio di Pieve a Elici (Massarosa) e Fibbialla Archaria (Camaiore), sulle colline che costeggiavano il lago di Massaciuccoli. Si tratta di fuochi patrimoniali che resteranno nell'orbita familiare anche nel secolo successivo. Nell'occasione vediamo come Cunimundo III, a capo del gruppo, si impegni a consolidare tramite concessioni livellarie il possesso di dipendenze vescovili, che presumibilmente deteneva già in beneficium (vd. link sopra). Questo meccanismo di sovrapposizione tra concessione a livello e beneficium costituiva un importante strumento di "alienazione larvata" di terre ecclesiastiche e portava al graduale deterioramento del patrimonio vescovile, vd. Tomei 2012, pp. 583-587. Tale concessione fu perciò contestata dal successore di Gherardo I sulla cattedra episcopale lucchese, Pietro II che, nel placito fiorentino del marzo 897, chiamò in giudizio Cunimundo e riottenne il possesso dei beni. Dopo il giudizio però i rapporti di Cunimundo III con il nuovo vescovo e con il marchese Adalberto II non si deteriorarono e con ogni probabilità egli riuscì a ottenere un secondo beneficium da Pietro II. Sulla vicenda si veda Tomei 2019a, pp. 140-144. Si noti, inoltre, la presenza, tra i testimoni che sottoscrivono il documento, di Fraolmi I dei Figli di Huscit e di Lamberto I dei Figli di Rodilando, entrambi esponenti di gruppi parentali appartenenti all'élite diocesana lucchese in fase di intenso rafforzamento patrimoniale. Tale rafforzamento derivava dal loro inserimento nella clientela marchionale e dal coinvolgimento in una vasta opera di redistribuzione clientelare di risorse fondiarie che vedeva l'episcopio in posizione di intermediario. La compresenza di questi personaggi - oltre che di Ghiselfridi notaio e scabino, fratello di Pietro II e altra personalità di spicco della Lucca del tempo - è fatto che si ripete più volte nelle carte lucchesi e va sicuramente legato all'eminenza sociale degli intervenuti e ai comuni interessi tra le famiglie. Per una breve analisi delle comprensenze relativa al caso, specifico e limitato, della chiesa di San Frediano di Lucca, utilizzata come una sorta di "riserva fiscale" in queste logiche clientelari, vd. Viti 2020, pp. 234-237.