Title: Lucca, Archivio Storico Diocesano, Archivio Arcivescovile, Diplomatico, * A 5
Document number: 3354
Author(s): Mattia Viti (file creation on 2023-02-03); Mattia Viti (last change on 2023-02-03)
Record source: Original document
Document type: Libellus/precaria/emphyteusis
Document tradition: Original
Fiscal property: Yes
Date: 882 May 23
Topical date: Lucca
Dating elements: Secondo anno d'impero di Carlo il
Grosso
Keywords: agricultural workers, baptismal churches, bishops, churches, cities, confinia, count, fiscal property, hay/fodder, landed possessions, libellus/precaria/emphyteusis, mention, monasteries, mother churches, notary, petiae, rivers, roads, scabini, vici, wine, witness.
Editions and document summaries: ChLA, 85, n. 4, pp. 24-27; MDL, 5/2, n. 913, pp. 557-559
Commentary
Sottoscrizioni autografe: [….]undo, Lamberto, Teutpertus, Ghisolfo, Eriteo schabino, Alboni, Cunimundo, Lopo notarius (scrittore). Sottoscrizioni con Signa: Chuneradu (livellario), Adalprando filio bone memorie Vualprandi. Note tergali: di mano del secolo X: libello da Cunerado de Vico Fitri; di mano dell’XI: d(e) eccl(esi)a S(an)c(t)i Angeli in loco Corsanico; della stessa mano: lib(ellum) de multis mantis et t(er)ris in plebe S(an)c(t)i Stefani q(ui) d(icitu)r Feruniano et in aliis locis quę omnia s(un)t p(er)tinentia d(e) eccl(esi)ae S(an)c(t)ę Marię quę fuit monasteriu(m) p(ro)pe S(an)c(tu)m Donatu(m); di mano del secolo XIII: l(ibellum) d(e) eccl(esi)a S(an)c(t)i Angeli in Corsanico cu(m) m(u)ltis casis et t(er)ris i(n) pleb(e) S(an)c(t)i Stefani u(b)i dicit(ur) Feru(n)niano et al(is) locis t(er)ris et reb(us) p(er)tine(n)tib(us) mon(a)st(er)io | S(an)c(t)e Marie i(n) porta S(an)c(t)i Donati q(ue) dicit(ur) ad Curum.
Il livello riguarda Chunerado/Corrado e i figli Karoin (altrove attestato come Ghervino) e Periteo, esponenti dei da Vico Fitri/Fetri (o “Figli di Urso”), gruppo familiare di spicco già in età longobarda - furono infatti capaci di esprimere uno dei vescovi lucchesi del periodo nella figura di Talesperiano - legato fin dal secolo VIII alla fondazione monastica di Santa Maria Ursimanni e alla gestione del suo patrimonio fondiario, distribuito tra la Piana di Lucca, la Versilia e il Valdarno Pisano. Karoin/Ghervino, come attestato nel Breve de Feora (ChLA, 117, n. 17), ricevette in beneficio da Rodilando II dei figli di Rodilando - il cui fratello Lamberto compare qui come teste-sottoscrittore - la curtis maremmana di Asilacto, presso Bibbona; fatto che mostra il graduale declino della famiglia, di fatto reclutata nella ‘clientela’ di uno dei gruppi dell’élite diocesana lucchese di maggior successo a cavallo tra IX e X secolo. Il personaggio fu inoltre chiamato in causa dal vescovo di Lucca Pietro II in occasione del placito fiorentino del marzo 897, vd. ChLA, 86, n. 45. Sulle vicende familiari del gruppo familiare dei da Vico Fitri/Fetri si vedano Stoffella 2007, pp. 6, 31, 47; Tomei 2018a, pp. 37-38; Tomei 2019a, pp. 45-46, 415. La terra del Marchese Adalberto I (qui attestato come comes) è situata in Vuindalfo/Windolfo, - letto dall’editore del testo nelle ChLA, in un punto di erosione della pergamena, come Vuindalo - toponimo areale forse derivante da un antroponimo longobardo e corrispondente, all’incirca, all’odierna Sant’Alessio, frazione a breve distanza a nord-ovest di Lucca murata. Qui il Serchio e i suoi vari affluenti - tra i quali un rivo detto appunto Vuindolfus (ChLA, 72, n. 28) - percorrevano un tratto della pianura fortemente caratterizzato dalla presenza di terra pubblica. L’Ildiprando qui menzionato come proprietario di una terra in Pratulo è difficilmente riconoscibile con l’omonimo Aldebrandesco che, a quest’altezza cronologica, è solitamente già attestato come comes o con altre specificazioni.